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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Dai e dai almeno un pò di HTML lo butta fuori! Per ora la cosa è veramente scheletrica... speriamo dopo le ferie (meritate, meritatissime!) di avere tempo per metterci un pò sopra le mani e far vedere qualcosa!
73!
Di iz0hcd (del 30/09/2006 @ 11:09:36, in Autocostruzione, linkato 1790 volte)
Partiamo bene! La prima cosa di cui voglio parlare non ha nulla a che fare con la radio. Si tratta di una piccola modifica alla mia auto (una Opel Zafira) per dotarla di due porte USB. Ovviamente non sono collegate alla centralina e non permettono nessun trasferimento dati. Le uso per alimentare il palmare ed il GPS durante i viaggi. Il punto interessante è che sono praticamente invisibili e si integrano perfettamente nel vano accendisigari.
La base è costituita da una doppia porta USB da circuito stampato cannibalizzata da una piastra madre da PC defunta. Ho smontato e forato il vano posacenere e accendisigari e fissato la porta mediante colla epossidica bicomponente. L'alimentazione (sempre connessa alla batteria) l'ho presa dall'autoradio e la conversione 12 -> 5 v l'ho ricavata da un classico alimentatore da auto switching per accendisigari. Ne ho trovato un modello a componenti di potenza discreti che ho provveduto a dotare di un piccolo dissipatore fatto con un lamierino di rame. Ho fissato tutto all'interno del vano con biadesivo forte (ce n'è di spazio!) e funziona tutto perfettamente.
Se la punto ha una USB, la mia Zafira ora ne ha ben due!
La base è costituita da una doppia porta USB da circuito stampato cannibalizzata da una piastra madre da PC defunta. Ho smontato e forato il vano posacenere e accendisigari e fissato la porta mediante colla epossidica bicomponente. L'alimentazione (sempre connessa alla batteria) l'ho presa dall'autoradio e la conversione 12 -> 5 v l'ho ricavata da un classico alimentatore da auto switching per accendisigari. Ne ho trovato un modello a componenti di potenza discreti che ho provveduto a dotare di un piccolo dissipatore fatto con un lamierino di rame. Ho fissato tutto all'interno del vano con biadesivo forte (ce n'è di spazio!) e funziona tutto perfettamente.
Se la punto ha una USB, la mia Zafira ora ne ha ben due!
Di iz0hcd (del 08/10/2006 @ 16:17:29, in Autocostruzione, linkato 1746 volte)
Sicuramente è eccessivo scomodare la serendipità per una cosa del genere, ma una volta tanto il risultato è stato migliore delle attese. Mi serviva un sistema per commutare l'ingresso della parabola SAT tra due ricevitori, con la separazione dell'alimentazione dell'LNB in modo da evitare rientri in cc tra i due. Volevo provare inoltre l'autocostruzione di una scatoletta in vetronite, tanto per fare esperienza. Considerato che la cosa è stata fatta di domenica, con tutti i negozi chiusi, l'imperativo e' sato quello di usare solo il contenuto dei cassetti. Quello che è uscito è questo:
La cosa simpatica è stata che la costruzione approssimativa (usando un normalissimo commutatore a levetta, percorsi lunghi in aria e così via - roba da onde medie e non certo adatta per le SHF), mi permetteva di spillare radiofrequenza su entrambe le porte d'uscita, alimentando l'LNB da una sola di esse. Risultato: adesso riesco a vedere un programma con un ricevitore e registrarne un altro con il secondo, purchè (ovviamente) la polarizzazione dei trasponders sia la stessa. Meglio del previsto!
Ovviamente le perdite sono elevate (ben oltre i 3dB dello splitter teorico!), ma ciò non è un problema serio, visto il robusto segnale d'ingresso dalla parabola. Non ne consiglio comunque l'autocostruzione a nessuno
La cosa simpatica è stata che la costruzione approssimativa (usando un normalissimo commutatore a levetta, percorsi lunghi in aria e così via - roba da onde medie e non certo adatta per le SHF), mi permetteva di spillare radiofrequenza su entrambe le porte d'uscita, alimentando l'LNB da una sola di esse. Risultato: adesso riesco a vedere un programma con un ricevitore e registrarne un altro con il secondo, purchè (ovviamente) la polarizzazione dei trasponders sia la stessa. Meglio del previsto!
Ovviamente le perdite sono elevate (ben oltre i 3dB dello splitter teorico!), ma ciò non è un problema serio, visto il robusto segnale d'ingresso dalla parabola. Non ne consiglio comunque l'autocostruzione a nessuno
Di iz0hcd (del 14/10/2006 @ 15:31:20, in Autocostruzione, linkato 8851 volte)
Due ore di tranquillità ed uno strumento nuovo: il risultato della costruzione di questo LCmeter.
Lo schema è un must ed è disponibile, in un milione di salse diverse, in rete. I componenti principali sono un PIC 16F84 ed un LM311. Misura capacità (non polarizzate) da frazioni di pF in su ed induttanze anche molto piccole. Da recensioni trovate in rete, la precisione e la ripetibilità di misura di questo strumento sono ottime.
La costruzione ed i componenti non sono critici ed è possibile farselo interamente da sè senza difficoltà. Il funzionamento non richiede tarature se non quelle autometiche che lo strumento esegue da solo. Unico componente di qualità particolare è un condensatore di precisione (1%) da 1nF.
Personalmente, avendo trovato un kit dal prezzo onesto e contenente anche il PCB, ho preferito acquistare quello.
Il kit è veramente completo e a prova di novizio; le istruzioni sono chiare e semplici e permettono di non fare errori di alcun tipo. Manca solo il contenitore, che non è disponibile nemmeno come opzione (a quello che so). Un kit più completo e dalle caratteristiche più avanzate di questo è disponibile, a costi superiori, da un produttore negli USA
Questo è il risultato. Ho provato a misurare alcuni CV e bobine in aria, ottenendo risultati credibili.
A chi servisse un LC meter semplice ed efficace, consiglio senz'altro questo oggetto (o una delle sue innumerevoli varianti).
Alcuni link di riferimento:
http://www.aade.com/lcmeter.htm
http://electronics-diy.com/lc_meter.php
http://utenti.lycos.it/ik0gmm/hobbies.html
Lo schema è un must ed è disponibile, in un milione di salse diverse, in rete. I componenti principali sono un PIC 16F84 ed un LM311. Misura capacità (non polarizzate) da frazioni di pF in su ed induttanze anche molto piccole. Da recensioni trovate in rete, la precisione e la ripetibilità di misura di questo strumento sono ottime.
La costruzione ed i componenti non sono critici ed è possibile farselo interamente da sè senza difficoltà. Il funzionamento non richiede tarature se non quelle autometiche che lo strumento esegue da solo. Unico componente di qualità particolare è un condensatore di precisione (1%) da 1nF.
Personalmente, avendo trovato un kit dal prezzo onesto e contenente anche il PCB, ho preferito acquistare quello.
Il kit è veramente completo e a prova di novizio; le istruzioni sono chiare e semplici e permettono di non fare errori di alcun tipo. Manca solo il contenitore, che non è disponibile nemmeno come opzione (a quello che so). Un kit più completo e dalle caratteristiche più avanzate di questo è disponibile, a costi superiori, da un produttore negli USA
Questo è il risultato. Ho provato a misurare alcuni CV e bobine in aria, ottenendo risultati credibili.
A chi servisse un LC meter semplice ed efficace, consiglio senz'altro questo oggetto (o una delle sue innumerevoli varianti).
Alcuni link di riferimento:
http://www.aade.com/lcmeter.htm
http://electronics-diy.com/lc_meter.php
http://utenti.lycos.it/ik0gmm/hobbies.html
Questa è l'installazione del mio client WiFi per l'uso domestico. E' costituito da un D-Link DWL 900 AP+ rev.B all'esterno, un Linksys WRT54-G con una distribuzione DD-WRT all'interno con funzione di router ed un pò di metri di cavo UTP
Il D-Link è stato modificato sostituendo il connettore SMA-RP con uno normale e dotandolo di PoE. Per il resto è del tutto standard. Mi sono costruito una double biquad (della quale sono rimasto molto soddisfatto) e ho infilato tutto in un contenitore stagno, dotandolo di due cravatte per l'attacco a palo e di un passante stagno per il cavo di rete-alimentazione. Il risultato è questo:
All'interno ho posizionato il Linksys, l'iniettore PoE e l'alimentatore (3A switching), sfruttando il fatto che sia il Linksys che il D-Link possono essere alimentati a 12 V. L'iniettore è stato ricavato modificando un connettore di prolunga per reti 10/100, disconnettendo i pin di alimentazione da una delle due prese e collegandovi un jack. Semplice, no?
In sicurezza ho avvolto i cavi di alimentazione su due toroidi.
Il sistema funziona egregiamente (anche ora sto usando quello) e senza instabilità. L'ultimo controllo mi ha dato un uptime di oltre 50 giorni!
Il D-Link è stato modificato sostituendo il connettore SMA-RP con uno normale e dotandolo di PoE. Per il resto è del tutto standard. Mi sono costruito una double biquad (della quale sono rimasto molto soddisfatto) e ho infilato tutto in un contenitore stagno, dotandolo di due cravatte per l'attacco a palo e di un passante stagno per il cavo di rete-alimentazione. Il risultato è questo:
All'interno ho posizionato il Linksys, l'iniettore PoE e l'alimentatore (3A switching), sfruttando il fatto che sia il Linksys che il D-Link possono essere alimentati a 12 V. L'iniettore è stato ricavato modificando un connettore di prolunga per reti 10/100, disconnettendo i pin di alimentazione da una delle due prese e collegandovi un jack. Semplice, no?
In sicurezza ho avvolto i cavi di alimentazione su due toroidi.
Il sistema funziona egregiamente (anche ora sto usando quello) e senza instabilità. L'ultimo controllo mi ha dato un uptime di oltre 50 giorni!
Anche questa volta scopro l'acqua calda.
L'argomento, come si palesa nel titolo, sono le antenne della classe Xquad, intendendo con esse tutte quelle derivate dalla biquad di Trevor Marshall. Questo è un esempio di biquad:
Da questa sono uscite varianti su varianti. La più importante e famosa è la Double Biquad, ovvero una doppia doppia quad. Con qusta antenna ho realizzato il client del post sotto.
La particolarità di questa classe di antenne è la loro facilità di realizzazione, la loro tolleranza all'errore di costruzione e l'ottimo comportamento.
Si riescono ad avere una decina di dB (dipende dalla precisione con cui si costruisce) con un'oretta di lavoro, un pò di filo di rame (argentato, nel mio caso) e una piastrina di vetronite.
Di biquad ne ho costruite diverse versioni, che differiscono sostanzialmente per la modalità di alimentazione del radiatore. Su internet viene consigliato spesso l'uso di un bazooka, ovvero un tratto di tubo di lunghezza pari ad un quarto di lunghezza d'onda posto sul retro del riflettore, all'interno del quale far scorrere il coassiale che alimenta l'antenna.
La mia personale versione è realizzata con un tubetto di ottone 4x0.5 mm, saldato direttamente alla piastrina, all'interno del quale viene fatto scorrere il coassiale RG174 del codino. La calza del cavo, in prossimità dell'antenna, viene saldata al tubo stesso, mentre il centrale va direttamente ad un polo dell'antenna. L'altro polo viene saldato al tubo. Il cavo viene poi reso stabile con un pezzetto di guaina termorestringente e il tubo sigillato con un goccetto di colla a caldo. Cosi:
La seconda versione, molto più semplice, viene realizzata con una sorta di piattina in aria. L'idea l'ho trovata su un numero di RadioKit Elettronica in un articolo di Paolo Pitacco IW3QBN. La spaziatura tra i due conduttori della linea (realizzata con filo di rame da 2 mm) deve essere di circa 3 mm per mantenere l'impedenza della stessa a 50 ohm. Un conduttore della linea va al centrale del connettore fissato sul riflettore, l'altro va a massa. Dall'altro capo i due conduttori sono saldati al radiatore. Così:
In tutti i casi il consiglio è di usare connettori e cavi con dielettrico in teflon per semplificare le operazioni di saldatura.
Ho fatto prove comparative tra le due antenne (con bazooka e con linea a piattina) e non ho riscontrato differenza di comportamento. Personalmente consiglio la seconda soluzione, che è pratica e semplice da realizzare.
Alcuni dati dimensionali:
DOUBLE BIQUAD
Non avendo trovato in rete (forse non sono così bravo con google...) un progetto completo di quote per una DBQ, ho deciso di modellarmela da solo usando 4nec2 (attività divertente ed istruttiva e tra l'altro abbastanza vicina a quanto faccio quasi ogni giorno per guadagnarmi il pane...) ottenendo un paio di configurazioni interessanti. Io ho adottato questa in quanto a fronte di un guadagno leggermente inferiore all'altra (della quale ho abbandonato lo sviluppo), ha dimensioni minori e banda passante maggiore. Rispetto alla biquad questa guadagna almeno un paio di dB in più (sia sulla carta che nella realtà) ed è costruibile con estrema facilità (vedi esempi sopra e sotto). Qui potete trovare il PDF a piena risoluzione dello schemetto che trovate sotto in Jpeg.
Buon Lavoro!
L'argomento, come si palesa nel titolo, sono le antenne della classe Xquad, intendendo con esse tutte quelle derivate dalla biquad di Trevor Marshall. Questo è un esempio di biquad:
Da questa sono uscite varianti su varianti. La più importante e famosa è la Double Biquad, ovvero una doppia doppia quad. Con qusta antenna ho realizzato il client del post sotto.
La particolarità di questa classe di antenne è la loro facilità di realizzazione, la loro tolleranza all'errore di costruzione e l'ottimo comportamento.
Si riescono ad avere una decina di dB (dipende dalla precisione con cui si costruisce) con un'oretta di lavoro, un pò di filo di rame (argentato, nel mio caso) e una piastrina di vetronite.
Di biquad ne ho costruite diverse versioni, che differiscono sostanzialmente per la modalità di alimentazione del radiatore. Su internet viene consigliato spesso l'uso di un bazooka, ovvero un tratto di tubo di lunghezza pari ad un quarto di lunghezza d'onda posto sul retro del riflettore, all'interno del quale far scorrere il coassiale che alimenta l'antenna.
La mia personale versione è realizzata con un tubetto di ottone 4x0.5 mm, saldato direttamente alla piastrina, all'interno del quale viene fatto scorrere il coassiale RG174 del codino. La calza del cavo, in prossimità dell'antenna, viene saldata al tubo stesso, mentre il centrale va direttamente ad un polo dell'antenna. L'altro polo viene saldato al tubo. Il cavo viene poi reso stabile con un pezzetto di guaina termorestringente e il tubo sigillato con un goccetto di colla a caldo. Cosi:
La seconda versione, molto più semplice, viene realizzata con una sorta di piattina in aria. L'idea l'ho trovata su un numero di RadioKit Elettronica in un articolo di Paolo Pitacco IW3QBN. La spaziatura tra i due conduttori della linea (realizzata con filo di rame da 2 mm) deve essere di circa 3 mm per mantenere l'impedenza della stessa a 50 ohm. Un conduttore della linea va al centrale del connettore fissato sul riflettore, l'altro va a massa. Dall'altro capo i due conduttori sono saldati al radiatore. Così:
In tutti i casi il consiglio è di usare connettori e cavi con dielettrico in teflon per semplificare le operazioni di saldatura.
Ho fatto prove comparative tra le due antenne (con bazooka e con linea a piattina) e non ho riscontrato differenza di comportamento. Personalmente consiglio la seconda soluzione, che è pratica e semplice da realizzare.
Alcuni dati dimensionali:
- Riflettore in vetronite sp.1,6 mm B x L = 123 x 123 mm;
- Lato del radiatore della biquad = 30,7 mm (considerate 31 mm, ovviamente)
- Distanza dal radiatore al riflettore = 16 mm (non è critico, ma fa variare lobo e impedenza)
DOUBLE BIQUAD
Non avendo trovato in rete (forse non sono così bravo con google...) un progetto completo di quote per una DBQ, ho deciso di modellarmela da solo usando 4nec2 (attività divertente ed istruttiva e tra l'altro abbastanza vicina a quanto faccio quasi ogni giorno per guadagnarmi il pane...) ottenendo un paio di configurazioni interessanti. Io ho adottato questa in quanto a fronte di un guadagno leggermente inferiore all'altra (della quale ho abbandonato lo sviluppo), ha dimensioni minori e banda passante maggiore. Rispetto alla biquad questa guadagna almeno un paio di dB in più (sia sulla carta che nella realtà) ed è costruibile con estrema facilità (vedi esempi sopra e sotto). Qui potete trovare il PDF a piena risoluzione dello schemetto che trovate sotto in Jpeg.
Buon Lavoro!
Ho notato che nell'ultimo post non erano visibili le immagini con Internet Explorer (io uso Firefox e con quello era tutto a posto). Ho modificato un po' l'html dell'articolo e ora dovrebbe essere a posto. Ho anche allargato di un centinaio di pixel la parte riservata al testo, in modo da rendere piu' leggibile il tutto..tanto non credo ci sia molta gente con monitor a 640x480 in giro!
L'idea mi è venuta leggendo la prima parte di questo articolo sul web. L'ipotesi che Babbo Natale sia dotato di uno scudo di particelle cariche (ioni) per difendersi dai problemi di attrito con l'atmosfera terrestre permetterebbe di rilevare tracced della sua presenza mediante le tecniche usuali di ricezione dei segnali radio naturali.
Per maggiori approfondimenti consiglio di fare un giretto sul sito RadioNatura.
Le possibilità che mi sono venute in mente (e che intendo sperimentare questa notte) sono due:
Spero che qualcuno possa organizzarsi per la ricezione di questi segnali, in modo da poter confrontare le esperienze ed i risultati. Aspetto con fiducia i vostri commenti!
Ps: un grazie a Carlo di Tecnica Arcana per lo spunto iniziale!
Marco.
Per maggiori approfondimenti consiglio di fare un giretto sul sito RadioNatura.
Le possibilità che mi sono venute in mente (e che intendo sperimentare questa notte) sono due:
- Analisi dello spettro delle VLF mediante antenna attiva del tipo "dipolo corto" collegata direttamente al pc sul quale verrà fatto girare un software di analisi dello spettro (per dare un nome per tutti: Spectran di I2PHD). La costruzione dell'antenna, come pure le modalità di interfacciamento al pc, le potete trovare su "RadioKitElettronica" di questo mese (sarà un caso?). Quando Babbo Natale passerà abbastanza vicino alla mia stazione radio, la ionizzazione dell'aria dovuta allo scudo di cui è dotato dovrebbe favorire l'insorgenza di rumore radio di tipo statico, facilmente rilevabile sullo spettrogramma generato dal programma. Ipotizzando un tempo di consegna di ciascun regalo di 10 millisecondi (fonte NORAD!), Babbo Natale dovrebbe gironzolare nel raggio di qualche chilometro intorno casa per un tempo da 3 a 5 secondi almeno. Dovrebbe essere quindi molto semplice rilevare l'aumento di spikes e, impiegando una rete di antenne direttive, anche direzione e velocità apparente della slitta.
- Ricezione delle stazioni broadcast o dei beacon sulle VHF mediante l'uso di antenne Yagi puntante con un angolo zenitale piuttosto elevato. Essendo lo schermo ionico riflettente per le onde radio in banda VHF, dovrebbe verificarsi il fenomeno di "scattering" utilizzato dai radioamatori di tutto il mondo per i loro DX. Mi aspetto quindi di ascoltare, in corrispondenza del passaggio di Babbo Natale, le emissioni di radio che normalmente sarebbero fuori orizzonte ed i cui segnali rimbalzerebbero sulla cortina ionizzata generata dalla slitta in alta atmosfera.
Spero che qualcuno possa organizzarsi per la ricezione di questi segnali, in modo da poter confrontare le esperienze ed i risultati. Aspetto con fiducia i vostri commenti!
Ps: un grazie a Carlo di Tecnica Arcana per lo spunto iniziale!
Marco.
A grande richiesta (una, di Carlo... ma come dirgli di no?), ecco i primi risultati della sessione di ascolto natalizia.
Babbo Natale si è presentato intorno alle tre di mattina (mentre il sottoscritto faceva da arbitro ad una gara internazionale di tombola) e si è rivelato con sibili e fischietti vari. Sotto è possibile vedere il grafico in formato "waterfall" dell'incursione. Ho provato a dare anche una logica ai suoni ricevuti, ma è solo una ipotesi.
Qui è disponibile la versione a piena risoluzione dell'immagine e qui il file wav.
Felice 2007!!! Marco.
Babbo Natale si è presentato intorno alle tre di mattina (mentre il sottoscritto faceva da arbitro ad una gara internazionale di tombola) e si è rivelato con sibili e fischietti vari. Sotto è possibile vedere il grafico in formato "waterfall" dell'incursione. Ho provato a dare anche una logica ai suoni ricevuti, ma è solo una ipotesi.
Qui è disponibile la versione a piena risoluzione dell'immagine e qui il file wav.
Felice 2007!!! Marco.
L'ASUS WL-330g è un minuscolo access point dotato di funzionalità client. La sua principale particolarità è quella di avere dimensioni (8.5 x 6 x 1.8 cm) e peso molto contenuti e di essere fornito di una piccola borsetta per il trasporto completa di una serie di accessori.
Nasce come client per notebook privi di sistema WiFi integrato (ne esistono ancora?) o come access point "d'emergenza".
Personalemente l'ho trovato interessante perchè è possibile dotarlo con molta facilità di antenna esterna e permette la realizzazione di client , AP o link punto-punto in modalità AD-HOC da esterni di dimensioni molto ridotte. Non è un oggetto nato per questo scopo specifico, quindi non ha tutte le caratteristiche tipiche di prodotti pensati allo scopo (vedi ad esempio le Ubiquity Litestation 2 o 5) che hanno la possibilità di PoE, il connettore d'antenna già integrato, un firmware specifico, range di temperature operative maggiore e potenza elevata. Questo oggettino può essere un valido sostituto al solito D-Link 900 o simili quando le dimensioni siano un fattore critico di scelta.
Va detto anche che come AP va molto bene: è sensibile, stabile e privo di difetti particolari. Si configura via web o tramite un apposito programma fornito su CD ed il passaggio tra la modalità AP e client avviene tramite uno switch posto sul retro. Non la faccio lunga sulle caratteristiche e sulle modalità di uso e configurazione in quanto tutto quello che si deve sapere è disponibile sul sito ufficiale italiano della ASUS.
Questa è la bustina che contiene tutto il materiale:
e questo è quello che c'è dentro (taglierino a parte! ):
Una volta aperto, quello che si trova all'interno è questo:
L'apparecchio è dotato di due antenne di tipo "J-pole" poste in modo diametralmente opposto sullo chassis plastico superiore. Esse sono connesse al pcb mediante due semplici contatti a pressione (si notano sullo sfondo in alto a sinistra nella foto) che toccano sullo stampato nelle zone vicino alla scritta ASUS (alto dx) e vicino al pulsante di reset (basso sx).
Come si può vedere, ci sono tre possibilità di connessione di una antenna esterna: se ci si procura un codino intestato con un connettore adeguato (che io non ho) ci si può collegare direttamente al test point indicato come
RS1, altrimenti si può saldare un cavo coassiale di basso diametro (RG174 o simili) alle piazzole per le antenne esistenti. E' preferibile usare quelle relative all'antenna principale (ANT1) poste vicine al logo ASUS (vedi sotto), ponendo attenzione a saldare il centrale dove è indicato "Feed" e la calza dove è indicato "GND".
Come sempre bisogna usare un saldatore con uno stilo piccolo e collegato a terra e fare saldature piccole e pulite. Per dare maggiore stabilità all'insieme è consigliabile grattare un pò della vernice protettiva vicino alla piazzola di massa per avere una maggiore superficie saldabile.
Il cavo potrà essere intestato con un connettore SMA o N e dovrà essere fissato meccanicamente in modo stabile per evitare stress al circuito stampato.
Una ultima nota: per chi lo volesse acquistare, io l'ho preso da essedi-shop, ma al momento non è più in listino. L'ho visto su ebay nuovo a circa 50 euro.
Nasce come client per notebook privi di sistema WiFi integrato (ne esistono ancora?) o come access point "d'emergenza".
Personalemente l'ho trovato interessante perchè è possibile dotarlo con molta facilità di antenna esterna e permette la realizzazione di client , AP o link punto-punto in modalità AD-HOC da esterni di dimensioni molto ridotte. Non è un oggetto nato per questo scopo specifico, quindi non ha tutte le caratteristiche tipiche di prodotti pensati allo scopo (vedi ad esempio le Ubiquity Litestation 2 o 5) che hanno la possibilità di PoE, il connettore d'antenna già integrato, un firmware specifico, range di temperature operative maggiore e potenza elevata. Questo oggettino può essere un valido sostituto al solito D-Link 900 o simili quando le dimensioni siano un fattore critico di scelta.
Va detto anche che come AP va molto bene: è sensibile, stabile e privo di difetti particolari. Si configura via web o tramite un apposito programma fornito su CD ed il passaggio tra la modalità AP e client avviene tramite uno switch posto sul retro. Non la faccio lunga sulle caratteristiche e sulle modalità di uso e configurazione in quanto tutto quello che si deve sapere è disponibile sul sito ufficiale italiano della ASUS.
Questa è la bustina che contiene tutto il materiale:
e questo è quello che c'è dentro (taglierino a parte! ):
Una volta aperto, quello che si trova all'interno è questo:
L'apparecchio è dotato di due antenne di tipo "J-pole" poste in modo diametralmente opposto sullo chassis plastico superiore. Esse sono connesse al pcb mediante due semplici contatti a pressione (si notano sullo sfondo in alto a sinistra nella foto) che toccano sullo stampato nelle zone vicino alla scritta ASUS (alto dx) e vicino al pulsante di reset (basso sx).
Come si può vedere, ci sono tre possibilità di connessione di una antenna esterna: se ci si procura un codino intestato con un connettore adeguato (che io non ho) ci si può collegare direttamente al test point indicato come
RS1, altrimenti si può saldare un cavo coassiale di basso diametro (RG174 o simili) alle piazzole per le antenne esistenti. E' preferibile usare quelle relative all'antenna principale (ANT1) poste vicine al logo ASUS (vedi sotto), ponendo attenzione a saldare il centrale dove è indicato "Feed" e la calza dove è indicato "GND".
Come sempre bisogna usare un saldatore con uno stilo piccolo e collegato a terra e fare saldature piccole e pulite. Per dare maggiore stabilità all'insieme è consigliabile grattare un pò della vernice protettiva vicino alla piazzola di massa per avere una maggiore superficie saldabile.
Il cavo potrà essere intestato con un connettore SMA o N e dovrà essere fissato meccanicamente in modo stabile per evitare stress al circuito stampato.
Una ultima nota: per chi lo volesse acquistare, io l'ho preso da essedi-shop, ma al momento non è più in listino. L'ho visto su ebay nuovo a circa 50 euro.