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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Sepolto dalle sudate (in senso stretto) carte, un augurio!
Buon Ferragosto!
Di iz0hcd (del 03/08/2009 @ 15:33:22, in Autocostruzione, linkato 3930 volte)
Probabilmente il titolo promette più di quanto il post non mantenga, comunque lo scopo dell'interfaccia che mi sono costruito è quella di avere l'ATU in prossimità dell'antenna, mantendendo comunque la possibilità di azionarlo dallo shack.
A differenza dei suoi fratelli più grandi, infatti, l'LDG Z100 non è dotato della funzione "AUTO", mediante la quale il processo di tuning si avvia automaticamente in presenza di portante.
Per attivare l'accordo con lo Z100, è necessario premere l'unico pulsante frontale per qualche istante, iniettando contemporanemente una portante abbastanza stabile (AM, FM, CW) sull'ingresso "RTX".
Questo comporta l'esigenza di avere l'accordatore ed il microfono a portata di mano contemporaneamente, con gli evidenti limiti di distanza!
Tenuto conto che lo Z100 ha la possibilità di essere azionato con il pulsante "TUNE" da alcuni apparati ICOM, ho pensato di costruire un'interfaccia che riproducesse tale comportamento.
Lo schema è il seguente:
Come si osserva, è un arditissimo esempio di microelettronica!
Con un cavo a quattro poli - in particolare ho usato sei o sette metri di doppio cavo mono schermato - si collega lo scatolotto ai jack. Dallo stesso scatolotto esce il cavetto di alimentazione, che viene prelevata dal PSU di stazione. Il pulsante si comporta come quello frontale dell'ATU, il led reagisce come quello rosso "tuning", accendendosi per la durata dell'accordo e poi spegnendosi. Il rumore dei relè (infernale!) costituisce comunque un ottimo feedback !
Ho provato l'accrocco sia con 20 metri di filo steso dal terrazzo - la mia antenna da stazione fissa - , sia con la canna da pesca per le spedizioni "fuori porta", osservando sempre un comportamento impeccabile.
Ovviamente in entrambi i casi ho interposto, tra ATU e filo d'antenna, il classico balun (o un-un 4:1) su toroide come consigliato dalla stessa LDG.
Buon lavoro!
A differenza dei suoi fratelli più grandi, infatti, l'LDG Z100 non è dotato della funzione "AUTO", mediante la quale il processo di tuning si avvia automaticamente in presenza di portante.
Per attivare l'accordo con lo Z100, è necessario premere l'unico pulsante frontale per qualche istante, iniettando contemporanemente una portante abbastanza stabile (AM, FM, CW) sull'ingresso "RTX".
Questo comporta l'esigenza di avere l'accordatore ed il microfono a portata di mano contemporaneamente, con gli evidenti limiti di distanza!
Tenuto conto che lo Z100 ha la possibilità di essere azionato con il pulsante "TUNE" da alcuni apparati ICOM, ho pensato di costruire un'interfaccia che riproducesse tale comportamento.
Lo schema è il seguente:
Il tratteggio indica un contenitore - io ho usato nel prototipo una scatoletta per gomme da masticare! - da tenere presso lo shack, mentre i due jack sono quelli dell'alimentazione e dei contatti ausiliari dello Z100.
Con un cavo a quattro poli - in particolare ho usato sei o sette metri di doppio cavo mono schermato - si collega lo scatolotto ai jack. Dallo stesso scatolotto esce il cavetto di alimentazione, che viene prelevata dal PSU di stazione. Il pulsante si comporta come quello frontale dell'ATU, il led reagisce come quello rosso "tuning", accendendosi per la durata dell'accordo e poi spegnendosi. Il rumore dei relè (infernale!) costituisce comunque un ottimo feedback !
Ho provato l'accrocco sia con 20 metri di filo steso dal terrazzo - la mia antenna da stazione fissa - , sia con la canna da pesca per le spedizioni "fuori porta", osservando sempre un comportamento impeccabile.
Ovviamente in entrambi i casi ho interposto, tra ATU e filo d'antenna, il classico balun (o un-un 4:1) su toroide come consigliato dalla stessa LDG.
Buon lavoro!
Ero piccolo piccolo, ma gli adulti intorno a me parlavano di spazio e di luna, di razzi e di astronauti, di un mondo migliore fondato sulla scienza e sulla tecnologia. E con quei sogni e quegli ideali sono cresciuto.
Non credo che sia andata esattamente come molti (me compreso) speravano allora, comunque mi sento di augurare lo stesso:
"BUON COMPLEANNO, APOLLO 11!"
Sono riuscito a fare una piccola patch dei sorgenti di wview che uso per le pagine meteo. In questo modo, invece di caricare i dati sulla rete CWOP, riesco a farlo su quella APRS riservata ai radioamatori. Così facendo, i miei dati dovrebbero essere disponibili per una più ampia platea ed accessibili anche attraverso collectors riservati ai radioamatori.
Si può dare un'occhiata qui: aprs.fi
Si può dare un'occhiata qui: aprs.fi
Qui sono disponibili un pò di foto delle mie attività:
Mi sono inoltre iscritto al programma CWOP per la distribuzione dei miei dati meteo. Sono disponibili (per esempio) a questo link:
Dati meteo IZ0HCD su FindU
Mi sono inoltre iscritto al programma CWOP per la distribuzione dei miei dati meteo. Sono disponibili (per esempio) a questo link:
Dati meteo IZ0HCD su FindU
Il periodo natalizio che si avvicina rende paticolarmente curiosa la notizia secondo la quale la borsa degli attrezzi persa dall'astronauta Heide Stefanyshyn-Piper durante l'attività extraveicolare sulla ISS, sarebbe visibile ad occhio nudo dalla terra!
Diversi articoli sono presenti in rete riguardo questo argomento: dai video dello smarrimento a quelli della borsa volante ripresa da terra!
Allego solo un link all'interessante sito di Paolo Attivissimo da cui muoversi per gli altri.
Mi sono anche fatto una stampa di questa paginetta da cui si ricavano orari, magnitudine e angoli di alba e tramonto della borsa e dell'Endeavour per la prossima settimana e per la zona dove vivo.
Mi sa che uno di questi pomeriggi mi trasformo in Re Magio e seguo la scia della borsa per gli attrezzi... Probabilmente, invece che una stalla, alla fine del viaggio troverò un'officina!
Diversi articoli sono presenti in rete riguardo questo argomento: dai video dello smarrimento a quelli della borsa volante ripresa da terra!
Allego solo un link all'interessante sito di Paolo Attivissimo da cui muoversi per gli altri.
Mi sono anche fatto una stampa di questa paginetta da cui si ricavano orari, magnitudine e angoli di alba e tramonto della borsa e dell'Endeavour per la prossima settimana e per la zona dove vivo.
Mi sa che uno di questi pomeriggi mi trasformo in Re Magio e seguo la scia della borsa per gli attrezzi... Probabilmente, invece che una stalla, alla fine del viaggio troverò un'officina!
Di iz0hcd (del 18/03/2008 @ 10:10:05, in Informatica, linkato 1839 volte)
Già altre volte ho parlato dei miei backups e di come (da vero paranoico) provvedo a salvare i miei dati su due dischi USB posizionati in due luoghi diversi tutte le notti.
Non essendo utilizzati per altri scopi, questi dischi lavorano al massimo per 10-20 minuti a notte, spesso anche per tempi inferiori. E' uno spreco (sia di energia, sia di vita utile) lasciarli accesi tutto il tempo.
Purtroppo il sistema è completamente automatico e quindi non è pensabile accenderli e spegnerli manualmente ogni notte.
Leggendo in giro, però, ho scoperto che alcuni dischi USB (Belkin NetStorage, Iomega ScreenPlay, Seagate FreeAgent e altri) hanno una funzionalità interessante: lo SpinDown.
Con questo termine si intende la possibilità di spegnere il disco (solo la meccanica, non l'elettronica) dopo un certo tempo di inattività.
La domanda a questo punto e' stata: "Come faccio ad attivare questa funzione sui miei hard disk USB?"
Ovviamente qualche anima pia si era già posto il problema ed aveva messo in rete la soluzione:
utilizzare dei box USB che accettassero comandi SCSI e utilizzare il comando linux sdparm per spegnere ed accendere il disco a proprio piacimento!
La prima cosa che ho fatto è stato installare sdparm sul server e sullo scatolotto, poi provare se i miei HD USB supportassero i comandi SCSI. L'esito è stato (ovviamente) negativo!
A questo punto mi sono messo a cercare quali box (senza dischi all'interno) potessero funzionare e anche qui ho avuto un aiuto dalla rete. In pratica qualunque box (anche i più economici) che usi come chip di gestione quello prodotto da Profilic.
Fortuna ha voluto che alla fiera dell'elettronica di Bastia Umbra che si è tenuta lo scorso weekend ho trovanto su un banco esattamente ciò che faceva al caso mio.
Sono contenitori per hard disk PATA ventilati, di un gradevole nero lucido (anche l'occhio vuole la sua parte! ) e usano il chip Prolific. Io li ho acquistati da un venditore di Napoli, la C.E.L. s.r.l., per 13 euro ciascuno.
Certo, su ebay si possono trovare a meno, ma diventa impossibile capire che chip montano e quasi nessun inserzionista lo scrive.
Per chi volesse fare l'acquisto, di seguito allego qualche foto:
Infine per capire se il box usa un chip Prolific o no, bisogna dare un'occhiata al circuito stampato. Purtroppo non è facile leggere la sigla dell'integrato, ma per fortuna si vede abbastanza bene il logo del produttore (Una specie di "P"). Se il venditore ha la pazienza di farvi aprire la scatola e di farvi dare un'occhiata dentro, non dovreste avere problemi ad identificare l'IC.
Vista del PCB con il chip di taglio (si vede comunque il logo) e il chip di fronte
A questo punto ho inserito il mio hard disk dentro il box, ho collegato tensione e USB e ho aspettato che linux riconoscesse il disco.
Dando il comando lsusb si dovrebbe vedere una periferica "Prolific Technology".
A questo punto ho provato il comando fatidico che è:
sdparm /dev/sdx --command=stop
dove sdx è il nome del disco USB. Se tutto funziona a dovere si dovrebbe sentire il disco che smette di girare.
Per farlo ripartire si può usare il comando sdparm /dev/sdx --command=start (che fantasia, eh!) oppure semplicemente accedere al disco con un mount o un ls...
Ovviamente tutto questo lavoro non ha alcun senso se il disco viene usato di frequente: alla fine lo stress del riavvio può essere peggiore che lasciar girare i piatti. Se invece l'uso è saltuario, questa soluzione può regalare qualche tempo in più di vita al disco, qualche watt in meno di consumo e un po' di pace per le orecchie di chi sta vicino al box.
In ultimo, un grazie a Fabio per i cacciaviti!
Non essendo utilizzati per altri scopi, questi dischi lavorano al massimo per 10-20 minuti a notte, spesso anche per tempi inferiori. E' uno spreco (sia di energia, sia di vita utile) lasciarli accesi tutto il tempo.
Purtroppo il sistema è completamente automatico e quindi non è pensabile accenderli e spegnerli manualmente ogni notte.
Leggendo in giro, però, ho scoperto che alcuni dischi USB (Belkin NetStorage, Iomega ScreenPlay, Seagate FreeAgent e altri) hanno una funzionalità interessante: lo SpinDown.
Con questo termine si intende la possibilità di spegnere il disco (solo la meccanica, non l'elettronica) dopo un certo tempo di inattività.
La domanda a questo punto e' stata: "Come faccio ad attivare questa funzione sui miei hard disk USB?"
Ovviamente qualche anima pia si era già posto il problema ed aveva messo in rete la soluzione:
utilizzare dei box USB che accettassero comandi SCSI e utilizzare il comando linux sdparm per spegnere ed accendere il disco a proprio piacimento!
La prima cosa che ho fatto è stato installare sdparm sul server e sullo scatolotto, poi provare se i miei HD USB supportassero i comandi SCSI. L'esito è stato (ovviamente) negativo!
A questo punto mi sono messo a cercare quali box (senza dischi all'interno) potessero funzionare e anche qui ho avuto un aiuto dalla rete. In pratica qualunque box (anche i più economici) che usi come chip di gestione quello prodotto da Profilic.
Fortuna ha voluto che alla fiera dell'elettronica di Bastia Umbra che si è tenuta lo scorso weekend ho trovanto su un banco esattamente ciò che faceva al caso mio.
Sono contenitori per hard disk PATA ventilati, di un gradevole nero lucido (anche l'occhio vuole la sua parte! ) e usano il chip Prolific. Io li ho acquistati da un venditore di Napoli, la C.E.L. s.r.l., per 13 euro ciascuno.
Certo, su ebay si possono trovare a meno, ma diventa impossibile capire che chip montano e quasi nessun inserzionista lo scrive.
Per chi volesse fare l'acquisto, di seguito allego qualche foto:
la scatola (c'è scritto serial ATA, ma non è vero!!!! )
il case (si noti la ventolina di raffrescamento)
il retro (dove è fissato lo stampato con il chip)
Infine per capire se il box usa un chip Prolific o no, bisogna dare un'occhiata al circuito stampato. Purtroppo non è facile leggere la sigla dell'integrato, ma per fortuna si vede abbastanza bene il logo del produttore (Una specie di "P"). Se il venditore ha la pazienza di farvi aprire la scatola e di farvi dare un'occhiata dentro, non dovreste avere problemi ad identificare l'IC.
Vista del PCB con il chip di taglio (si vede comunque il logo) e il chip di fronte
A questo punto ho inserito il mio hard disk dentro il box, ho collegato tensione e USB e ho aspettato che linux riconoscesse il disco.
Dando il comando lsusb si dovrebbe vedere una periferica "Prolific Technology".
A questo punto ho provato il comando fatidico che è:
sdparm /dev/sdx --command=stop
dove sdx è il nome del disco USB. Se tutto funziona a dovere si dovrebbe sentire il disco che smette di girare.
Per farlo ripartire si può usare il comando sdparm /dev/sdx --command=start (che fantasia, eh!) oppure semplicemente accedere al disco con un mount o un ls...
Ovviamente tutto questo lavoro non ha alcun senso se il disco viene usato di frequente: alla fine lo stress del riavvio può essere peggiore che lasciar girare i piatti. Se invece l'uso è saltuario, questa soluzione può regalare qualche tempo in più di vita al disco, qualche watt in meno di consumo e un po' di pace per le orecchie di chi sta vicino al box.
In ultimo, un grazie a Fabio per i cacciaviti!
Con l'occasione della preparazione delle pagine meteo, ho approfittato per dare un rinfrescata alla testata del sito.
Niente di eclatatante, direi, anzi forse un tantinello più sobria. Unica nota (per me) interessante è l'immagine del radiometro di Crookes. E' un oggetto che mi ha sempre affascinato tanto che, al momento, ne possiedo ben due (dopo averne distrutti altri due!). C'è dentro quel tanto di fisica e di magia da lasciare incantati. Poi il nome si presta bene per un "radio" blog, mentre per il fatto di permettere la misura della radiazione luminosa, si presta ad essere correlato con gli studi di meteorologia.
Niente di eclatatante, direi, anzi forse un tantinello più sobria. Unica nota (per me) interessante è l'immagine del radiometro di Crookes. E' un oggetto che mi ha sempre affascinato tanto che, al momento, ne possiedo ben due (dopo averne distrutti altri due!). C'è dentro quel tanto di fisica e di magia da lasciare incantati. Poi il nome si presta bene per un "radio" blog, mentre per il fatto di permettere la misura della radiazione luminosa, si presta ad essere correlato con gli studi di meteorologia.
In via del tutto sperimentale, ho aggiunto un pò di pagine con informazioni meteo ricavate dalla mia stazione. Per accedere basta cliccare sul link in testata (meteo) o accedere direttamente al link www.iz0hcd.it/meteo/.
Le varie pagine non sono ancora quelle definitive (vorrei fare un template che ricordi quello del blog, ma come web designer sono piuttosto schiappa!) ed in parte in inglese. L'aggiornamento delle pagine avviene ogni 15 minuti ed alcune grandezze cumulate non sono esatte in conseguenza dei lavori fatti sulla stazione meteo in questi giorni.
Ho previsto anche una paginetta per dispositivi mobili (tipo smartphone e palmari) a questo indirizzo: www.iz0hcd.it/meteo/CC-mobile.htm.
Ovviamente consigli e critiche sono graditissimi!
Cieli sereni a tutti, Marco.
Le varie pagine non sono ancora quelle definitive (vorrei fare un template che ricordi quello del blog, ma come web designer sono piuttosto schiappa!) ed in parte in inglese. L'aggiornamento delle pagine avviene ogni 15 minuti ed alcune grandezze cumulate non sono esatte in conseguenza dei lavori fatti sulla stazione meteo in questi giorni.
Ho previsto anche una paginetta per dispositivi mobili (tipo smartphone e palmari) a questo indirizzo: www.iz0hcd.it/meteo/CC-mobile.htm.
Ovviamente consigli e critiche sono graditissimi!
Cieli sereni a tutti, Marco.
Di iz0hcd (del 20/01/2008 @ 09:35:39, in Autocostruzione, linkato 4041 volte)
Come già detto nel post precedente, ho voluto dotare il piccolo NSLU2 della Linksys di un display lcd che mi permettesse il controllo dello stato del sistema senza dovermi collegare ogni volta tramite console da un PC esterno. Avendo Debian on board, mi sono messo a cercare applicativi che consentissero la cosa già presenti nei repository ufficiali. I due più interessanti mi sono sembrati lcdproc e LCD4LINUX. Ho scelto quest'ultimo perché (a mio personale parere) è meglio documentato, con un maggior numero di funzioni e con un sito web di riferimento più bello!
Tra i dispositivi hardware supportati (ne gestisce una gran quantità, in effetti), uno mi è sembrato particolarmente interessante: si chiama LCD2USB ed è un progetto open source/open hardware ideato da Till Harbaum. La particolarità del progetto è l'ottima ingegnerizzazione d'insieme ed il fatto che implementa un'interfaccia USB completamente software. In questo modo l'elettronica necessaria si riduce al solo microcontrollore (un Atmel AVR) e pochissimi componenti discreti. Nessun chip di conversione protocollo (costoso e di solito di difficile reperibilità nel mercato hobbistico) è necessario. Il progetto gestisce, senza difficoltà, display lcd da 16x1 a 40x4, retroilluminati o meno. Personalmente ho usato un Wintek 20x4 con backlight.
Il pcb prevede lo spazio per connettori di vario genere, compresa l'interfaccia ISP (in system programming) e seriale per il debug. Sono inoltre presenti due pulsanti che però il driver di LCD4LINUX al momento non supporta.
Mi sono fatto mandare per posta dal gentilissimo Till lo stampato (ad un prezzo veramente irrisorio) e, in qualche ora del fine settimana, ho montato, installato e configurato tutto.
Incredibilmente (mi stupisco ogni volta che succede) l'oggetto ha funzionato subito. Una cosa che ho riscontrato è una certa criticità della porta USB da usare sul PC. Per essere più chiari, il problema sono gli zener presenti sul circuito. In funzione della loro velocità, il dispositivo può non funzionare a dovere su tutti i pc. Io ho usato tutto materiale che avevo nei cassetti o da smontaggio, per cui ho riscontrato difficoltà di collegamento usando uno specifico modello di hub USB, mentre collegandomi direttamente al PC o con altri hubs tutto è andato bene.
Questo è il risultato delle mie fatiche:
Il connettore USB è stato recuperato da un box per hard disk rotto ed il quarzo (che dovrebbe stare dall'altro lato secondo il progetto) da una vecchia scheda industriale.
Una dritta: a chi capitasse (come è successo a me) di acquistare ad una fiera dell'elettronica il display Wintek 20x4 retroilluminato, sappia che i piedini 15 e 16 del connettore NON sono collegati ai led dell'illuminazione, per cui l'interfaccia non è in grado di accendere e spegnere il display.
La cosa si risolve semplicissimamente collegando il pin 1 (A) del connettore laterale del display (vedi nella foto sotto i pads vicino alla zona bianca) con il piedino 15 del connettore e il 2 (K) al piedino 16. Si può fare con dei ponticelli di stagno sul pcb del display o con due spezzoni di cavetto. In questo modo anche la retroilluminazione è gestita via software.
Buone autocostruzioni!
Tra i dispositivi hardware supportati (ne gestisce una gran quantità, in effetti), uno mi è sembrato particolarmente interessante: si chiama LCD2USB ed è un progetto open source/open hardware ideato da Till Harbaum. La particolarità del progetto è l'ottima ingegnerizzazione d'insieme ed il fatto che implementa un'interfaccia USB completamente software. In questo modo l'elettronica necessaria si riduce al solo microcontrollore (un Atmel AVR) e pochissimi componenti discreti. Nessun chip di conversione protocollo (costoso e di solito di difficile reperibilità nel mercato hobbistico) è necessario. Il progetto gestisce, senza difficoltà, display lcd da 16x1 a 40x4, retroilluminati o meno. Personalmente ho usato un Wintek 20x4 con backlight.
Il pcb prevede lo spazio per connettori di vario genere, compresa l'interfaccia ISP (in system programming) e seriale per il debug. Sono inoltre presenti due pulsanti che però il driver di LCD4LINUX al momento non supporta.
Mi sono fatto mandare per posta dal gentilissimo Till lo stampato (ad un prezzo veramente irrisorio) e, in qualche ora del fine settimana, ho montato, installato e configurato tutto.
Incredibilmente (mi stupisco ogni volta che succede) l'oggetto ha funzionato subito. Una cosa che ho riscontrato è una certa criticità della porta USB da usare sul PC. Per essere più chiari, il problema sono gli zener presenti sul circuito. In funzione della loro velocità, il dispositivo può non funzionare a dovere su tutti i pc. Io ho usato tutto materiale che avevo nei cassetti o da smontaggio, per cui ho riscontrato difficoltà di collegamento usando uno specifico modello di hub USB, mentre collegandomi direttamente al PC o con altri hubs tutto è andato bene.
Questo è il risultato delle mie fatiche:
Il connettore USB è stato recuperato da un box per hard disk rotto ed il quarzo (che dovrebbe stare dall'altro lato secondo il progetto) da una vecchia scheda industriale.
Una dritta: a chi capitasse (come è successo a me) di acquistare ad una fiera dell'elettronica il display Wintek 20x4 retroilluminato, sappia che i piedini 15 e 16 del connettore NON sono collegati ai led dell'illuminazione, per cui l'interfaccia non è in grado di accendere e spegnere il display.
La cosa si risolve semplicissimamente collegando il pin 1 (A) del connettore laterale del display (vedi nella foto sotto i pads vicino alla zona bianca) con il piedino 15 del connettore e il 2 (K) al piedino 16. Si può fare con dei ponticelli di stagno sul pcb del display o con due spezzoni di cavetto. In questo modo anche la retroilluminazione è gestita via software.
Buone autocostruzioni!